Simone de Beauvoir – 9 gennaio 1908

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Simone de Beauvoir, filosofa, scrittrice, insegnante francese, esponente di spicco dell’esistenzialismo, è considerata colei che maggiormente ha influito sullo sviluppo del pensiero femminista. Con le sue opere ha incoraggiato le donne a ripensare al proprio ruolo all’interno della società, a prendere coscienza delle proprie potenzialità per liberarsi dai condizionamenti e scardinando le costruzioni culturali e sociali nelle quali erano relegate. Simone de Beauvoir, intellettuale iconica da sempre, dedicò la sua vita all’impegno politico e civile a favore dei diritti delle donne. Ne parliamo mentre festeggiamo il suo compleanno.

Il libro che ho letto, pubblicato nel 1967, è “Una donna spezzata”, una silloge di racconti che, pur narrando vicende diverse, condividono un tema comune: la crisi dell’identità femminile nel contesto di ruoli sociali predefiniti. Le protagoniste sono donne in crisi, deluse, sole ed arrabbiate, ma soprattutto soccombenti, donne che nel momento in cui perdono la figura (maschile) di riferimento, sembrano smarrire anche la loro identità. E’stata una lettura oltremodo interessante attraverso la quale l’autrice ci esorta a riflettere sulla possibilità di essere pienamente indipendenti in un mondo che tende a relegare le donne nel confine di mogli e madri.
Nel primo racconto, che dà il titolo al libro, Monique, una donna che ha dedicato la sua vita alla famiglia, si trova ad affrontare il tradimento del marito Maurice con una donna più giovane. Il racconto, strutturato come un diario, narra il crollo delle sue certezze: la fiducia nel matrimonio, il suo ruolo di moglie e madre e l’identità personale costruita nel corso degli anni. Monique si sente disarmata, intrappolata in un ruolo che non le ha mai permesso di realizzarsi al di fuori del contesto familiare. Tuttavia, nell’oscurità del suo dolore, si percepisce alla fine una flebile speranza di rinascita. In relazione a questo racconto segnalo che su RAI PLAY è presente l’omonimo film per la TV, diretto nel 1988 da Marco Leto ed interpretato da una bellissima ed intensa Lea Massari.
Il secondo racconto si intitola “L’età della discrezione” e ci narra la vita di una stimata studiosa di letteratura francese la quale, giunta alla maturità, si scontra con la decisione del figlio Philippe di abbandonare la carriera accademica per un lavoro più pratico, in netto contrasto con i valori trasmessi dalla madre. Questo scontro genera in lei un sentimento di tradimento e un senso di fallimento sia come madre che come intellettuale. Anche il rapporto con il marito si incrina, poiché egli sembra accettare con più serenità la scelta del figlio. Alla fine la protagonista inizia a fare i conti con le paure legate all’invecchiamento e alla perdita di controllo, trovando però una nuova complicità con il marito: “Siamo insieme, questa è la nostra fortuna. Ci aiuteremo a vivere quest’ultima avventura da cui non faremo ritorno. Questo ce la renderà tollerabile? Non so. Speriamo. Non abbiamo altra scelta.”
L’ultima donna è Murielle, protagonista del racconto “Monologo”, completamente sopraffatta dal dolore e dalla rabbia. Dopo il suicidio della figlia adolescente e la perdita della custodia del secondo figlio, vive in un abbandono emotivo totale, sola nel suo appartamento. Il racconto è un flusso di coscienza caotico e crudo, in cui Murielle accusa gli uomini, la madre e perfino Dio del suo destino. La sua rabbia riflette una disperazione senza speranza di riscatto poiché sembra non riuscire a trovare una via d’uscita dal suo dolore, lasciandosi andare al turpiloquio e mostrando il lato più oscuro della solitudine.

Simone de Beauvoir, nata a Parigi in una famiglia borghese, è stata una delle figure più emblematiche del XX° secolo. Scrittrice, filosofa e pioniera del femminismo, ha lasciato un’eredità che continua a influenzare generazioni di pensatori e attivisti in tutto il mondo​​. Crebbe in un ambiente cattolico, ricevendo un’educazione rigida. Tuttavia le difficoltà economiche della famiglia, dovute alla bancarotta del nonno, la spinsero a cercare l’indipendenza fino da giovane. Dopo studi brillanti alla Sorbona, conseguì l’agrégation in filosofia, diventando una delle insegnanti più giovani del paese​​. Nel 1929 incontrò Jean-Paul Sartre, suo compagno di vita e sodale intellettuale. Insieme divennero i protagonisti dell’esistenzialismo, affrontando temi di libertà, responsabilità e autenticità. La loro relazione, non convenzionale e basata sulla trasparenza e sull’indipendenza reciproca, suscitò grande attenzione e critiche​. Nel 1949, dopo avere scritto fin dal 1943 numerosi romanzi e saggi, Simone de Beauvoir pubblicò “Il secondo sesso”, un’opera fondamentale per il movimento femminista, del quale è considerata il manifesto. Il libro analizza la condizione femminile attraverso storia, biologia e cultura, sostenendo che “on ne naît pas femme: on le devient“. Questa tesi rivoluzionaria demolì stereotipi e alimentò dibattiti accesi in tutto il mondo​​. La sua produzione letteraria spaziò tra romanzi, saggi e autobiografie, tra cui “I mandarini” (Premio Goncourt, 1954) e “Memorie di una ragazza perbene”. Negli anni ’70, si dedicò con fervore al movimento femminista, firmando il 5 aprile 1971 il “Manifesto delle 343” per la legalizzazione dell’aborto​​. Simone de Beauvoir è sepolta accanto a Sartre nel cimitero di Montparnasse. La sua vita e la sua opera rimangono una testimonianza del potere della scrittura e della filosofia sul cambiamento del mondo, stimoli imprescindibili per una riflessione su tematiche importanti come la libertà, l’uguaglianza, l’autodeterminazione​​.

di Silvia Corsinovi

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