Nel 1911 il Nobel per la Letteratura venne assegnato a me, MAURICE POLIDORE MARIE BERNHARD MAETERLINCK, “per le sue molte attività letterarie, specialmente per la sua opera drammatica che si distinguono per la ricchezza d’immaginazione e la poetica fantastica che rivela, a volte sotto forma di favola, una profonda ispirazione, mentre in un modo misterioso si rivolge ai sentimenti propri del lettore e ne stimola l’immaginazione”. Sono nato a Gand, in Belgio, il 29 Marzo 1862, ero un poeta, drammaturgo e saggista. La sua famiglia era benestante, di origini nobile, di lingua francese. Da ragazzo ho studiato dai Gesuiti, poi mi sono iscritto a Giurisprudenza. Nel 1885, ho pubblicato alcuni romanzi brevi e poemi di ispirazione parnassiana, alcuni brani sono stati pubblicati su una rivista letteraria. In seguito ho iniziato a frequentare Parigi dove ho conosciuto con lo scrittore e commediografo Villers De l’Isle Adam che ha esercitato un’influenza notevole sulla mia produzione artistica, ed anche con il poeta Stephane Mallarmé e mi sono lasciato ispirare dal movimento simbolista che stava emergendo in quegli anni. Nello stesso periodo ho scoperto il romanticismo dei fratelli August e Friedrich Von Schiegel, precursori del simbolismo e con il misticismo tedesco del ‘300. Nell’Agosto 1890 sono diventato improvvisamente famoso in seguito ad un entusiastico articolo scritto in mio onore da Octave Mirbeau, critico letterario de “Le Figaro” che ha parlato di me in termini estremamente positivi, definendomi il nuovo Shakespeare belga, merito non tanto della raccolta poetica edita l’anno precedente, quanto di “La princesse Maleine” il mio primo dramma. Nei mesi seguenti ho composto tre spettacoli simbolisti contraddistinti da una notevole dose di misticismo e fatalismo. Poco dopo ho iniziato una relazione amorosa con Georgetta Leblanc, una cantante che ho frequentato per 20 anni. Nel 1897 ho lasciato definitivamente il Belgio per la Francia stabilendomi prima a Parigi e poi nel 1907 in un’abbazia in Normandia, dove nel 1908 ho scritto la fiaba “L’uccellino azzurro”, ritenuta il mio successo più significativo, pensate che vanta 7 trasposizioni televisive, di cui 6 film e un anime giapponese. Dopo il Nobel, nel 1911 mi sono dedicato alla composizione e nel 1919 ho sposato un’attrice, Renèe Dahon, con la quale mi sono dedicato ai viaggi in tutto il mondo. Nel frattempo mi sono occupato dei saggi naturalistici: “La vita delle api” del 1901, “La vita delle termiti” nel 1926 che secondo alcuni sarebbe un chiaro plagio del lavoro di uno scienziato e poeta sudafricano Eugene Marais. Tra la fine degli anni ’20 e l’inizio dei ’30, ho portato a termine “La vita delle formiche” ed altre opere. Dopo aver acquistato un castello a Nizza, sono stato insignito del titolo di Conte dal Re del Belgio, Alberto I. Insignito poi anche della Legion d’Onore francese, a quasi 80 anni, nel 1939, decisi di trasferirmi negli USA dove sono rimasto fino al 1947 per poi tornare in Francia: dopo aver composto “Giovanna d’Arco” e “ Bolle blu”, ho lasciato questo mondo il 6 Maggio 1949 proprio a Nizza. A voi propongo questa mia poesia.
Brame invernali
Piango sulle labbra appassite
dove mai baci sono nati,
sui desideri abbandonati
sotto le tristezze mietute.
Sempre la pioggia all’orizzonte!
Sempre la neve lungo i greti!
mentre alla soglia dei miei sogni
chiusa lupi stesi sul prato
mi spiano nell’anima stanca,
velati gli occhi di passato,
tutto il sangue ieri versato
da agnelli morenti sul ghiaccio.
Solo la luna schiara infine
con la sua tristezza monotona,
dove gela l’erba d’autunno,
le brame ammalate di fame.
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