16 Febbraio 1916 – Giorgio Saviane

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Eutanasia di un amore

L’autore che ho scelto questo mese è uno scrittore caduto oramai nel dimenticatoio, benché abbia avuto a suo tempo un successo importante. Il suo nome è Giorgio Saviane e “Eutanasia di un amore” è il romanzo che ho scelto, probabilmente il più conosciuto, anche grazie all’omonimo film che ne venne tratto. Il romanzo, ambientato a Firenze, racconta la fine della relazione tra Paolo, professore universitario, e Sena, sua ex allieva e compagna da molti anni. La differenza d’età, le gelosie, i continui litigi e la mancanza di un progetto familiare condurranno i due amanti a un inevitabile quanto doloroso distacco. Ed è proprio Sena a lasciare Paolo, ed a questo addio iniziale seguiranno altre pagine di struggimento e rimpianti, di viaggi all’estero, di nuovi amanti, di riavvicinamenti e confessioni. Fino a scoprire che, a volte, la decisione più giusta è quella di non insistere più e staccare la spina a un amore giunto alla sua fase terminale. Il romanzo venne pubblicato nel 1976 ma a decretarne il successo contribuì decisamente il film, che venne realizzato nel 1977 per la regia di Enrico Maria Salerno con attori del calibro di Tony Musante, Ornella Muti, Monica Guerritore e Mario Scaccia. Non solo successo però ma anche molto scandalo e contestazioni, tantissime le critiche che piovvero sull’autore, che venne accusato di maschilismo, perché col suo romanzo rendeva l’immagine della donna sottomessa all’uomo, rasentando in alcuni passaggi addirittura lo stalking. Le critiche più dure però le ricevette sul tema dell’aborto al quale il protagonista Paolo, costringe la sua compagna Sena, ragione per cui il rapporto tra i due entrerà in una crisi irrimediabile. Piuttosto che giudicare quanto narrato dall’autore, occorrerebbe soffermarsi a pensare alla realtà di oggi, cinquant’anni dopo la pubblicazione di questo romanzo e chiedersi quanto ci sia di cambiato nei confronti delle donne nella realtà attuale, rispetto a quella narrata da Saviane. In realtà dalla narrazione esce un ritratto del protagonista fortemente problematico, condizionato da un rapporto difficile con la madre, al punto da rifiutare il matrimonio prima, la paternità poi, un uomo che soffre il passare del tempo, l’allontanarsi dalla giovinezza che ne aveva fatto uno studente precoce nell’infanzia e nell’adolescenza, un professore anzitempo dopo la laurea. Tutto ciò oltre alla differenza d’età, alle gelosie, ai continui litigi e slla mancanza di un progetto familiare condurrà la coppia a un inevitabile quanto doloroso distacco ma come ci arriveranno lo dovete scoprire leggendo il romanzo.

Giorgio Saviane è nato il 16 Febbraio 1916 a Castelfranco Veneto, dove ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza. Qui ha portato a termine i suoi studi scolastici; per un breve periodo ha frequentato un collegio di Treviso, gestito da religiosi, che lo segnò nel profondo,  da qui le ribellioni giovanili che gli causarono diversi problemi, compresa l’espulsione dal Partito Fascista, che ebbe come conseguenza l’impossibilità di iscriversi all’albo dei procuratori. Durante la II Guerra Mondiale si unì ai Partigiani e a guerra finita scelse di trasferirsi a Firenze, dove visse per il resto della sua vita e dove avviò un prestigioso studio legale. Dopo numerosi e falliti tentativi di pubblicare le proprie opere, nel 1957 finalmente riuscì a dare alle stampe il suo primo romanzo “Le due folle“, ma con scarso successo. Ci riprovò nel 1961 con “L’inquisito” che ebbe maggiore eco. Nel 1963 con il romanzo “Il Papa” fu finalista al Premio Strega e vinse il Premio Campiello, successi che gli permisero di iniziare a collaborare con diversi giornali come “Il Tempo” e “Il resto del Carlino“, oltre che ad alcune riviste. Nel 1973 pubblicò “Il mare verticale“, romanzo che lo impegnò in studi e letture storiche, filosofiche e antropologiche. Nel 1976 fu la volta di “Eutanasia di un amore” che, oltre al film di cui ho già detto, gli permise di vincere il Premio Bancarella l’anno successivo. Nei due decenni successivi, l’ispirazione e l’intensità della narrazione di affievolirono decretando, in parte, la perdita di seguito nei lettori. Esuberante e ribelle, carattere scontroso particolarità che lo resero inviso all’ambiente letterario, cosa che lo lasciava alquanto indifferente. Amava vivere sopra le righe, tra belle auto e donne ma era anche profondamente legato ai temi religiosi e un lavoratore instancabile era solito dire «Lo scrittore è il rovescio del personaggio che si burla della cosiddetta serietà. Lavora anche sedici ore al giorno sulla pagina, ma lui stesso dice che si diverte; e non è mai contento. Bisogna sottrargli le bozze che seguita a tormentare». A 60 anni decise di sposare la sua segretaria, Alessandra Del Campana, che gli rimase accanto fino alla morte, avvenuta a Firenze il 18 Dicembre 2020. L’uomo Giorgio Saviane riposa nel cimitero monumentale delle Porte Sante a Firenze, lo scrittore nell’oblio perché ritenuto un autore fermo alla sua epoca, con tematiche legate ad un periodo storico, leggendo “Eutanasia di un amore” io lo trovo invece molto attuale.

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