13 maggio 1940 – Bruce Chatwin

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Sono sincera, la scelta di questo autore non ha chissà quale “alta” motivazione letteraria, filosofica o biografica. Semplicemente dopo le 1024 magnifiche pagine dell’Ulisse di Joyce sentivo il bisogno di leggere un testo CORTO, ed ecco qua “UTZ” dell’inglese Bruce Chatwin, che per l’appunto compie gli anni nel mese di maggio. Da questa decisione del tutto casuale è scaturita una piacevolissima lettura ed anche un po’ di rammarico perchè, a quanto ho letto, questo brevissimo, originale romanzo è sconosciuto ai più. Chatwin per la stesura del romanzo trasse ispirazione da una storia vera: egli infatti aveva conosciuto a Praga alla fine degli anni ’60 Rudolph Just, la cui preziosa collezione era sparita dopo la sua morte.

Nel 1709 Augusto II di Polonia detto “il Forte” fonda la manifattura di porcellane (quella con il logo con le spade incrociate) a Meissen, nei pressi di Dresda, in Sassonia, e diventa il più grande collezionista di porcellane della storia. In precedenza vi era stato un altro raffinato collezionista: Rodolfo II d’Asburgo. Egli era un uomo estremamente colto, incline alla depressione, che si curava poco della politica, ma amava circondarsi di oggetti preziosi, lavori di oreficeria, sculture in vari materiali, porcellane, quadri ed arazzi, fino ad arrivare ai chiodi provenienti dall’Arca di Noè ed alla fiala di polvere con cui Dio aveva dato vita ad Adamo.  Era un appassionato di magia ed alchimia ed invitava spesso a corte astronomi, alchimisti ed esperti di cabala. Proprio per approfondire la figura di Rodolfo II e delle sue collezioni la voce narrante del romanzo viene inviata nell’estate del 1967 a Praga dove incontra Kaspar Utz, proprietario di una magnifica collezione di porcellane di Meissen. Utz dedica tutto il suo tempo ed il suo denaro alla cura maniacale ed all’arricchimento della sua collezione, isolandosi dal mondo, se si eccettuano pochi, fidatissimi amici, fra cui Vaclav Orlik, un bizzarro paleontologo appassionato allo studio della mosca domestica nell’area di Praga. Nel tempo la raccolta di Utz desta l’interesse del regime totalitario praghese, sostenitore dell’abolizione della proprietà privata, che invia presso la sua abitazione in via Široká 5 alcuni funzionari incaricati di fotografare e catalogare minuziosamente le preziose statuine della commedia dell’arte, gli animaletti e tutte le delicate figurine raccolte con amore negli anni da Utz. Egli vive con estremo disagio queste visite, in quanto non riesce ad accettare che prima o poi i suoi tesori corrano il rischio di essere esposti nelle teche polverose di un museo, condividendo la sorte degli animali nello zoo. Ritiene infatti che solo il collezionista possa instaurare un vero e proprio rapporto con l’oggetto e beneficiare della sua presenza. Questo tarlo lo induce quindi a pensare continuamente al modo per mettere in salvo le sue porcellane, sostenuto dalla fidata governante Marta. E probabilmente i due sono riusciti a trovarlo dal momento che, dopo la morte di Utz, i funzionari governativi che si sono recati in via Široká 5 a reclamare la tanto attesa collezione hanno trovato gli scaffali vuoti….

Bruce Chatwin nasce a Sheffield, nel South Yorkshire, il 13 maggio 1940. A causa del lavoro del padre, ufficiale di Marina, trascorre l’infanzia trasferendosi da una parte all’altra dell’Inghilterra. Decide di interrompere gli studi universitari ed a soli diciotto anni trova impiego a Londra come catalogatore presso la famosa casa d’aste Sotheby’s. Ed è proprio da Sotheby’s che incontra la futura moglie, la newyorkese Elizabeth Chanler. L’irrequietezza del suo carattere prende il sopravvento e decide quindi di rassegnare le dimissioni dalla casa d’aste per intraprendere un corso di studi in archeologia presso l’Università di Edimburgo, ma ben presto pensa di dedicarsi ad altro ed inizia a lavorare come corrispondente del Sunday Times Magazine. Grazie al giornalismo sviluppa una vera passione per i viaggi e la fotografia e rende vigore ad un genere letterario nel momento poco apprezzato: la letteratura di viaggio. Vaga quindi per l’Europa, Afghanistan, Africa, Russia, Perù, Argentina e Cile. E’ del 1977 il primo dei suoi libri, “In Patagonia”, apprezzatissimo dalla critica e dai lettori. Dal 1980 al 1989, anno della sua morte, pubblica altri cinque libri. Escono postumi “Che ci faccio qui?”, “L’occhio assoluto” e “Anatomia dell’irrequietezza”.

di Silvia Corsinovi

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