Quando ho dovuto scegliere l’autore di questo mese ho avuto l’imbarazzo della scelta: Boccaccio, Leopardi, Orwell (ero quasi convinta), Yourcenar, Malaparte, Yeats, Mann ecc. ecc. In realtà in questa rubrica dedicata al compleanno di uno scrittore mi piacerebbe affrontare autori un po’ meno “inflazionati” ma la scelta tra quelli citati non mi permetteva questa opzione, allora mi sono ricordata che tra i libri che affollano la mia libreria di casa, nella categoria “ancora da leggere prima o poi lo farò” c’era da tempo immemore “Pellegrina e straniera” di Marguerite Yourcenar. Non so se, per chi leggerà, si tratta di un libro noto tra tutti quelli scritti da questa prolifica scrittrice francese ma non credo e comunque sicuramente non è conosciuto quanto il celebre “Memorie di Adriano” che le valse la candidatura al Nobel per la Letteratura. Dico subito che i saggi non sono tra le mie letture preferite e quindi con una certa rassegnazione ho aperto questo libro e ho iniziato la lettura. In effetti “Pellegrina e straniera” della scrittrice Marguerite Yourcenar, della quale ricorre il compleanno essendo nata a Bruxelles l’8 Giugno 1903, è una raccolta di saggi pubblicati su diverse riviste oramai introvabili, scritti in un lasso di tempo abbastanza lungo che va dal 1934 al 1987 (il libro è stato editato nel 1989).E’ una testimonianza della multiforme varietà di interessi coltivati dall’autrice e toccano argomenti tra i più vari: viaggi, quadri, libri, ricordi, mitologia e cultura greca. E’ suddiviso in 19 capitoli che trattano ognuno un argomento diverso. Il primo capitolo è dedicato a Grecia e Sicilia e devo dire che l’ho apprezzato molto, forse perché mi piacciono la mitologia e la storia in genere quindi il ripercorrere fisicamente luoghi nei quali si sono svolte le vite di personaggi come Cassandra, Clitemnestra, Agamennone e Egisto è stata una lettura coinvolgente: la Yourcenar mi ha come presa per mano e accompagnata nel suo viaggio nei palazzi storico/mitologici dell’antica Grecia, in un affascinante tuffo nel passato più remoto. Così anche nelle parti successive fino a concludere il capitolo con una interessante e piacevole lettura sui pupi siciliani e la loro storia. Interessanti anche i due capitoli successivi anche se tra i due preferisco il terzo “Forze del passato e forze dell’avvenire” dove ci sono due passaggi che trovo attuali: nel primo l’autrice afferma che “… non si manda assolto un assassino solo perché possiede delle virtù, o a causa di qualche difetto della vittima”, concordo appieno infatti un assassino resta un assassino!Anche se la Yourcenar contestualizza questo concetto parlando di Hitler, resta attuale e valido quando si cerca di “giustificare” certi femminicidi, tanto per fare un esempio. Un’altra frase, che in realtà è una citazione del pensiero espresso da Anne Lindbergh riguardo al nazismo (il capitolo parla di questo), afferma “…Non è con la guerra che si salva la civiltà” quanto è attuale! Ottant’anni dopo stiamo ancora parlando di guerre e possibilità di una terza guerra mondiale, come se due non fossero bastate! Nei capitoli successivi il “viaggio” prosegue nei meandri dell’Arte con veri e proprio omaggi, ma anche esplorazioni degli stili, delle virtù, delle anime che si celano dentro le opere di grandi autori che conoscevo come Poussin, Oscar Wilde, Mozart, Woolf, Rembrandt, James e Borges qui rivisti con gli occhi di un’appassionata estimatrice, in una chiave di lettura, un punto di vista approfonditi dalla sensibilità della Yourcenar. Bello il capitolo dedicato a Ravenna con i suoi mosaici e poi la scoperta di artisti che non conoscevo come Ruysdael ovvero come lei lo definisce l’uomo che si firmava con un ruscello; Caillois scrittore definito l’uomo che amava le pietre; Bocklin che amava l’Italia, la sua Germania ma assolata, Firenze che gli ricordava la sua Basilea e Fiesole dalla quale poteva ammirare l’Arno fiume scontroso come il suo Reno, la Fiesole dove riposa della Pace eterna. Tutti personaggi questi ultimi che ignoravo e per i quali la lettura di “Pellegrina e straniera” ha svegliato in me la voglia di conoscenza, di approfondimento e chissà se questo era lo scopo di questi articoli? Penso di sì perché sono dell’opinione che una bella lettura deve portare a questo, al desiderio di conoscenza che ognuno di noi dovrebbe coltivare, costruire una propria catena formata da anelli che si intersecano tra di loro all’infinito dove ognuno richiama un altro che lo precede e che lo segue. “Pellegrina e straniera”, acquistato probabilmente immaginando che fosse un altro romanzo (spesso leggo i risvolti delle copertine, altre volte no, questa suppongo decisamente di no, per fortuna) si è rivelata una lettura interessante per gli argomenti sopra citati, ammetto che non tutti i capitoli siano facilmente assimilabili, condivisibili, “digeribili” a me sicuramente questi sono piaciuti, ad altri lettori piaceranno altri suppongo o forse gli stessi chi può dirlo? Sicuramente mi è piaciuto il modo di porsi dell’autrice nei confronti degli argomenti oggetto di una trattazione da pellegrina devota dell’arte, della storia ma anche con la curiosità che lo straniero riserva a ciò che non conosce… pur conoscendolo.
“Mio padre pubblicò a sue spese le mie prime poesie. Non avrebbe dovuto farlo, non erano molto belle. Avevo sedici anni. Mi piaceva scrivere, ma non avevo ambizioni letterarie. Avevo in testa tutti questi personaggi, ma non avevo la necessaria conoscenza della storia e nemmeno della vita per farci qualcosa. Posso dire che tutti i miei libri sono stati concepiti prima dei vent’anni, anche se non sarebbero stati scritti per altri trenta o quarant’anni. Ma forse questo è vero per molti scrittori, il nostro bagaglio emotivo si forma molto presto”.
EROTICA
Tu il calabrone e io la rosa tu la schiuma e io lo scoglio nello strano mutamento tu la fenice e io il rogo.
Tu, il narciso, e io la fonte
io gli occhi che ti specchiano turbato
tu il tesoro e io la borsa
io l’onda e in me chi nuota.
E tu, le labbra sulle labbra,
tu il languore che la febbre culla
l’onda che nell’onda si confonde.
Ma qual che sia il dolce gioco
sempre l’anima involandosi nel fuoco
uccello d’oro, nel cielo azzurro aperto.
1938 – “I doni di Alcippe”
BIOGRAFIA
Marguerite Antoinette Jeanne Marie Ghislaine Cleenewerck de Crayencour nacque a Bruxelles l’8 Giugno 1903 in una famiglia borghese, francese per parte di padre e belga per parte di madre, la quale morì pochi giorni dopo la sua nascita. I suoi studi avvennero con tutori privati nella villa della nonna paterna in Francia. A dieci anni imparò il latino e a dodici già sapeva leggere greco e i testi di Aristofane, appassionata degli oratori greci e romani. Le sue prime poesie edite vedono la luce in una raccolta che viene pubblicata con l’anagramma del suo cognome: Crayerncour=Yourcenar. Fu il padre a suggerirlo, aveva 17 anni e rimase per sempre Marguerite Yourcernar. Da un viaggio in Italia nel 1924 trasse le prime ispirazioni per quello che diverrà il suo capolavoro “Memorie di Adriano”. Nel 1937 l’incontro più importante della sua vita: a Parigi conosce Grace Frick, insegnante di letteratura inglese, che divenne la sua compagna per la vita. Allo scoppio della II° Guerra Mondiale la scrittrice preferì trasferirsi nel Stati Uniti dove insegnò letteratura francese e storia dell’arte, il periodo più difficile della sua vita, con grandi problemi economici che terminarono con la pubblicazione di “Memorie di Adriano”. Con il ritrovato benessere economico, riprese una sua grande passione, i viaggi in Europa e in Oriente sempre alla scoperta della storia e del patrimonio artistico dei paesi visitati, viaggi che si interromperanno durante la malattia della compagna scomparsa nel 1979. Rimasta sola Marguerite conobbe Jerry Wilson, un giovane studente americano, con il quale visse una passione intensa finita con la morte prematura di lui. Dopo il suo romanzo capolavoro la Yourcenar pubblicò nel 1968 il romanzo storico “L’opera in nero” le cui vicende ruotano intorno a Zenone, un filosofo, scienziato e alchimista dal quale verrà tratto un film con Gian Maria Volontè; nel 1969 è la volta del saggio “Con beneficio d’inventario” due raccolte di poesie. Nel 1974 esce “Care memorie” il primo volume di un progetto autobiografico, la trilogia “Il labirinto del mondo” che comprende “Archivi del Nord” del 1977 e “Quoi? L’eternitè” pubblicato postumo nel 1988. Nel 1980 venne eletta, prima donna, alla Académie francaise. Una quantità notevole di opere tra saggi, romanzi, opere teatrali ispirate prevalentemente alla storia e basandosi su studi approfonditi e accurati, in una meticolosa ricostruzione. La Yourcenar ha trasferito nei suoi scritti tutte le sue passioni. Scrisse:”Pittori e poeti hanno tutti bisogno d’un grande paese, quello dei loro sogni. I loro poemi e i loro quadri sono le relazioni di viaggio, i disegni, gli schizzi degli esploratori”.
La scrittrice morì per un’emorragia cerebrale a Mount Desert, negli Stati Uniti, il 17 Dicembre 1987.
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